Finalmente è arrivata la primavera… un po’ di caldo, anche troppo, erba fresca e belle giornate cominciano a farsi vedere e per i nostri cavalli, assieme all’autunno, è davvero iniziata la stagione più bella dell’anno perché non sono ancora arrivati i temutissimi insetti e il caldo non è afoso ma piacevolmente temperato.
Per alcuni cavalli però c’è un inconveniente: il pelo invernale, ancora fitto e ormai bruttissimo perché in buona parte già morto, fa fatica ad andarsene e spesso è ancora lì a dar fastidio quando le temperature diventano abbastanza alte da farli sudare, con il rischio che sviluppino inutilmente tosse e bronchiti. Questo ritardo nella perdita del pelo avviene più sovente nei cavalli più anziani o in quelli con patologie croniche come la Sindrome di Cushing, patologia metabolica abbastanza tipica di quei cavalli non più giovani, con il pelo così lungo da sembrare quello di un orso, spesso anche con i riccioli.

Questo pelo così lungo, infatti, oltre ad altri sintomi come il mal di piedi cronico e una condizione generale piuttosto scadente, è un sintomo tipico di questa patologia, comune ma spesso sottodiagnosticata.
Devo ammettere che personalmente mi da molto fastidio vedere le mie cavalle anziane, in questa fase dell’anno, con il pelo ancora lungo perché col caldo, appunto, mi sembra che siano a disagio. Cerco quindi di farglielo venire via prima possibile mettendo in atto tutti i sistemi che, dall’esperienza che mi sono fatta negli ultimi anni, mi sembrano più efficaci.
Posso serenamente dire che in genere l’olio di gomito rimane il sistema più economico e spesso più efficace, anche se impegnativo.
Spazzolarli tutti i giorni usando prima la striglia di ferro (non sulle gambe) e poi la pietra pomice che porta via il pelo morto, è un ottimo sistema che però funziona solo per il pelo pronto a cadere. In effetti, il pelo invernale non vede l’ora di andarsene e spesso ha solo bisogno di un aiutino, che possiamo dargli facilmente noi avvalendoci di questi sistemi, oltre che di un po’ di impegno quotidiano. Oltre alla mattonella di pietra pomice, per eliminare il pelo morto con facilità, si può usare anche una stecca di quelle per “steccare” i cavalli dall’acqua che hanno oltre al margine liscio, appunto per eliminare l’acqua, un lato con i dentini, adatto a grattare il pelo.
Ma la cosa che funziona decisamente meglio, e che batte davvero tutti i sistemi che vi ho elencato, è una piastrellina di gomma nera che si chiama StripHair, credo di produzione americana, che si può trovare facilmente su Amazon al link che trovate qui sotto. Acquistata su internet tempo fa perché ero incuriosita da una pubblicità così accattivante, è risultata per me essere davvero miracolosa come la descrivevano.
È uno step sotto l’uso della tosatrice, anche se il pelo deve essere comunque “pronto” a venire via, altrimenti anche la mia adorata piastrellina funziona poco, ma utilizzata tutti i giorni leva tutto il pelo morto velocemente senza dover per forza tosare.

Purtroppo però, i cavalli che fanno fatica a perdere il pelo con questi sistemi dovrebbero essere comunque tosati, perché altrimenti rischiano di portarsi dietro il foltissimo pelo invernale fino ad agosto, con inevitabili conseguenze sulla loro salute.
Questa, come vi dicevo, è la condizione classica dei cavalli con la Sindrome di Cushing; pelo esageratamente lungo e di cattiva qualità che non viene via neanche se strigliate giorno e notte, malgrado siano sono sotto cura con
pergolide e non manifestano più altri sintomi debilitanti. L’inconveniente della tosatura è che il cavallo deve essere pulito, altrimenti le lame si incrostano con lo sporco del pelo nel giro di poco e, oltre a rovinarsi definitivamente, smettono di tagliare bene. Si riesce a finire il cavallo con molta difficoltà e certamente il risultato non sarà dei migliori.
Dunque andrebbero sempre lavati prima della tosatura e questo, se non è proprio caldo, può non essere il massimo, perché con il pelo così lungo fanno fatica ad asciugarsi rimanendo umidi per diverse ore.
Un’accurata steccatura dell’acqua e una coperta di pile che faccia traspirare l’umidità lasciando il cavallo caldo, possono essere di aiuto, se le avete.

Alla prima giornata soleggiata e bella calda si può pensare di affrontare questa avventura, che oltre a impiegare un po’ di tempo richiederà sicuramente un po’ di impegno in più rispetto ad una semplice strigliata e spazzolata. Ovvio che prima di tosare un cavallo le condizioni climatiche devono essere stabili e deve essere improbabile un abbassamento delle temperature tale da causargli problemi, appena liberato del suo “cappotto” invernale.
Aiutare concretamente un cavallo a liberarsi del pelo invernale è sicuramente impegnativo, ma sarà motivo di grande benessere per l’animale che patirà meno caldo e dunque suderà di meno; farà bene alla pelle che finalmente respirerà e dunque ci saranno meno forfora e dermatiti e, non ultimo, il mantello in versione “estiva” aumenterà decisamente la sua qualità della vita.

Quindi, anche se non è questione di vita o di morte, vi consiglio di dare sempre una mano al vostro cavallo in primavera a liberarsi del pelo in eccesso con sistemi più o meno tecnologici.
Prima di buttarvi in questa avventura vi consiglio di procurarvi una tuta (anche monouso, di quelle che si comprano in ferramenta), altrimenti i vestiti si impregneranno di pelo morto oltre che di terra e sporco se strigliate un cavallo non lavato e, se decidete di tosare, mi raccomando visionate attentamente il meteo.
Sole e caldo sono indispensabili…