Sabato scorso è stata una bella giornata, una di quelle giornate che ci fanno sentire migliori. Abbiamo fatto incontrate un cavallo che aveva bisogno di una famiglia, con una ragazza di buon cuore che è venuta a conoscerlo e se ne è subito innamorata, decidendo così di adottarlo. Ieri lo ha già portato nella nuova casa per ricoprirlo, spero, di attenzioni e affetto.
Ho sempre la brutta sensazione di non riuscire a fare abbastanza per aiutare i cavalli in difficoltà o che potrebbero trovarcisi nel giro di poco tempo, come succede purtroppo a molti cavalli quando a causa di un infortunio o dell’età, non possono più stare al passo con il lavoro che gli viene richiesto. Così, da diverso tempo, cerco di collaborare con associazioni che si occupano di aiutare questi cavalli, salvandoli dal macello o da una fine anche peggiore (dimenticati da una parte senza cure e spesso neanche cibo e acqua).
Ci sono cavalli, come quelli da corsa (purosangue e trottatori), che finiscono la loro carriera da atleti ancora giovani e avrebbero ancora moltissimo da dare a chi decide di prendersene cura. Trovare per loro una collocazione nuova, nelle mani di persone che davvero se li godono, è per me sempre motivo di soddisfazione e di gioia.
Io faccio il veterinario, la mia vita e il mio lavoro ruotano intorno ai cavalli sportivi, a cui devo garantire le cure migliori in modo che possano tornare velocemente alla loro carriera agonistica. Non posso eticamente essere contro all’utilizzo sportivo dei cavalli, anche se faccio di tutto perché la loro qualità di vita sia tutelata in tutte le maniere possibili. Utilizzare i cavalli a fini sportivi, come accade nell’ippica e nell’equitazione, è per molte persone una bella passione che gli permette di stare a diretto contatto con la natura e per molti un lavoro, per questo motivo non l’ho mai condannato, anzi…
Questi cavalli sono stati allevati a fini sportivi e, quindi, è giusto che si mantengano da vivere facendo sport, sempre però con le massime tutele. Come avete potuto leggere in altri articoli che ho scritto, molti cavalli, se gestiti nel modo giusto, amano quello che fanno e lo fanno con gioia.
È giusto quindi che abbiano la loro chance e la loro carriera agonistica, ma poi?
Che ne è di quei soggetti che hanno corso per anni e dato tutto quello che potevano dare, anche se il loro massimo non è stato sufficiente a garantirgli un futuro dorato, magari come riproduttori?
Per le femmine è più facile perché anche se non sono state proprio delle campionesse, avendo in genere buoni documenti (come capita ormai nella maggior parte dei casi), possono essere messe in razza e avere una possibilità di riscatto da lunghi anni di agonismo e dunque inevitabili sacrifici, facendo le fattrici.
Purtroppo per la maggior parte dei maschi non è così…
Spesso, quando penso ai numerosi cavalli da corsa che ho conosciuto, perché magari negli anni sono passati qua dalla clinica o perché li ho seguiti nel loro lavoro, e che hanno finito la loro carriera per un motivo o per l’altro, non posso non pensare a quante persone appassionate avrebbero soddisfatto. Perché l’equitazione non è fatta solo di cavalieri che fanno determinate discipline ad alti livelli, ma anche di persone molto appassionate che amano condividere con il cavallo momenti di svago, magari semplicemente passeggiando in campagna. Per fare questo servono cavalli equilibrati, affidabili, molto versatili, sani e con piedi buoni per fare lunghe passeggiate.
Tutte caratteristiche che si possono tranquillamente ritrovare nella maggior parte dei cavalli trottatori, i cavalli mezzo-sangue migliori che ci siano. I purosangue sono più nevrili e quindi è più complesso convertirli in questo modo, anche se ci sono cavalli da concorso o da completo che saltano alla grande e sono stati dismessi proprio dalle corse.
I cavalli da trotto finiscono la loro carriera da giovani (non oltre i 10 anni di età) e sono cavalli con caratteristiche ottimali per chi vuole un cavallo con cui condividere dei momenti sereni, facendo lunghe passeggiate in campagna o addirittura dei veri e propri trekking. Sono cavalli che conosco da tanti anni, perché per lavoro ho avuto spesso a che fare con molti di loro per lunghi periodi.
Non ce n’è nessuno che io ricordi di cui non mi sia affezionata o addirittura “innamorata”.
Tutti mi hanno trasmesso qualcosa di stupendo, sensazioni di amore e gratitudine che non sempre si provano con altre razze di cavalli.
Da diverso tempo, infatti, cerco di dedicarmi al loro recupero e a trovare a molti di loro, sempre non abbastanza comunque, una collocazione alternativa, in mano a persone che li renderanno sereni.
Spesso, molti di questi cavalli trottatori non hanno mai portato la sella, ma sono cavalli domati, maneggiati continuamente e che, per esperienza personale, vanno a sella già dopo un paio di volte che gliela mettete. Imparano a galoppare con facilità appena capiscono che non li punirete se lo fanno, e diventano veramente dei compagni di avventura straordinari.
Purtroppo, non si riescono ad intercettare tutti i cavalli che hanno bisogno di aiuto e non c’è settimana che non vengano fuori notizie di macelli abusivi, cavalli che vengono deportati dopo viaggi interminabili ed estenuanti in paesi dove possono essere macellati senza che intervengano i NAS, o di cavalli che vengono venduti nel sud Italia e messi a correre su strada per poi finire morti a bordo strada, perché si sono fatti talmente male da non poter essere riutilizzati per queste corse. Queste condizioni di vita rappresentano per loro una vera e propria tortura, che inevitabilmente li condurrà a morte ancora giovani.
Non si può rimanere impassibili a tutto questo, siamo in un paese civile…
Mi sto rendendo conto da quello che leggo sui Social Network, dai fans della mia pagina Facebook e del mio blog e dalle numerosissime persone che firmano le petizioni in salvaguardia degli animali, che si sta a poco poco facendo strada una consapevolezza nuova sull’aiuto che è giusto dare agli animali in difficoltà.
Con questo articolo non voglio assolutamente spingere le persone a non comprare un cavallo per adottarne uno in difficoltà, perché sarebbe assurdo, questi cavalli non sono certo adatti a fare tutte le discipline sportive.
Vorrei però che tutti avessero ben chiaro il concetto che non si adottano solo cani e gatti abbandonati, ma anche cavalli.
C’è solo meno interesse mediatico…
Sono sicura che per ogni persona amante di questi straordinari animali, c’è un cavallo che può fare la differenza nella sua vita. Sono generalmente cavalli sani che vengono recuperati da associazioni no profit e affidati a nuovi proprietari, proprio come si fa con i piccoli animali. Vengono affidati alle persone più adatte ed eseguiti attenti controlli pre e post affido, così da accertarsi che chi se ne fa carico li tratti e li gestisca nel modo migliore.
In queste adozioni non girano soldi, i cavalli sono gratis per chi si prende l’impegno di tenerli con tutti i crismi. Chi si prende l’impegno ha la volontà di aiutare un cavallo e nel medesimo tempo di goderselo, perché sano e con ancora tantissimo da dare al suo nuovo amico.
Chi non ha mai avuto un cavallo non è detto che non lo possa adottare, ma deve avere tutte le conoscenze necessarie per poterlo fare, perché questi animali hanno bisogno di attenzioni, cure continue e devono essere gestiti da chi ha le competenze necessarie ad assicurargli una vita in cui venga garantito il rispetto della loro natura e le loro esigenze quotidiane. Il giusto movimento con un paddock a disposizione, il mangiare nel modo corretto (fieno e concentrato), le cure di routine (maniscalco, vaccinazioni e vermifughi) e tanto affetto, possono essere già abbastanza per molti di questi cavalli.
Aiutateci a salvare la vita a più cavalli possibile, perché questo gesto ci renderà migliori…
Le associazioni No Profit
Ci sono diverse associazioni che si occupano di questi cavalli che cercano casa. Ve ne segnalo qualcuna di provata fiducia e vi raccomando di valutare bene, prima di adottare un cavallo, con in che associazione vi siete imbattuti. Per queste associazioni no profit non ci deve essere guadagno (lo dice la parola stessa), ma possono accettare donazioni per aiutare altri cavalli in difficoltà. Spesso i cavalli vengono ritirati direttamente dall’associazione prima che finiscano nelle mani sbagliate, che si occupa così di mantenerli e accudirli finché non trovano una nuova casa. Hanno quindi sempre bisogno di aiuti economici esterni anche con adozioni a distanza. Anche un piccolo contributo economico mensile fatto da diverse persone per un unico cavallo in difficoltà, che ha magari anche bisogno di cure veterinarie, può essere fondamentale e fare la differenza per questi cavalli.
Sui siti internet potete trovare tutte le informazioni.