Lo scorso settembre ho conosciuto un nuovo paziente insieme alla sua proprietaria, esasperata dalle condizioni del suo cavallo che sembravano non trovare alcuna soluzione. Si tratta di un cavallo grigio di 19 anni che ho conosciuto con una grave dermatite ai pastorali, soprattutto quelli posteriori, e un coinvolgimento del sistema linfatico delle gambe posteriori.
Reduce già da un ricovero in clinica universitaria per una grave infezione, originata proprio da quella grave infiammazione ai pastorali, quando è arrivato qua da me in clinica a mesi di distanza non aveva più l’infezione ma si presentava molto sofferente, magro, con uno spesso strato di croste sull’intero pastorale di entrambi i posteriori e un imponente edema delle gambe coinvolte.
Quindi dolore e una certa difficoltà a deambulare, sicuramente peggiorata dalla vita trascorsa negli ultimi mesi quasi sempre in box. Il movimento aiuta il sangue a circolare e tenere sempre fermi i cavalli con questo problema è davvero controproducente.
La dermatite che colpisce i pastorali, un’area molto sensibile per il cavallo, causa arrossamento della pelle, croste e, nei casi più gravi, ragadi; per i cavalli che ne soffrono è sempre motivo di fastidio, prurito e dolore e, a causa della difficoltà con cui guariscono, non poche frustrazioni per i loro proprietari.
La EPD (Equine Pastern Dermatitis), è una patologia scientificamente riconosciuta, comune agli equidi di tutte le razze, sesso, taglia ed età, molto studiata proprio per la sua complessità e diffusione nel mondo equestre, probabilmente anche a causa della vita che fanno tanti cavalli sportivi, che tutti i giorni passano solo dalla lettiera del box alla sabbia del campo di lavoro o della pista e ritorno, con spesso una sosta al lavaggio per sciacquare le gambe.
I cavalli con le balzane sono più comunemente coinvolti a causa della pelle più chiara e quindi più sensibile, così come si può osservare con più frequenza nei cavalli adulti rispetto ai puledri e sugli arti posteriori rispetto a quelli anteriori, probabilmente perché l’angolo del pastorale rimane più chiuso ed è quindi più facile che vi si fermi sporco e umidità.
Una cosa fondamentale da ricordare sull’EPD, è che il più delle volte non è una singola malattia localizzata lì dove la vediamo, ma il sintomo di problemi fisici più profondi.



Riuscire ad inquadrare il cavallo nel suo complesso, senza focalizzarsi solo sulle pastoie può essere molto utile per arrivare a diagnosticare quale sia la vera causa del problema e riuscire a controllarlo con un trattamento adeguato, magari non solo localmente.
Per ottenere il miglior effetto terapeutico, infatti, trattare adeguatamente i fattori predisponenti della patologia è importante tanto quanto affrontare la dermatite localmente. Per questa ragione la prima cosa che ho fatto per affrontare il problema del mio paziente, oltre naturalmente a curare le pastoie localmente, è stata quella di valutare il suo stato di salute generale, fare qualche seduta di agopuntura e impostare una dieta che gli permettesse di ingrassare senza esagerare con i cereali. Generalmente, ai cavalli con problemi che possono derivare da un “sovraccarico” del fegato (dermatiti, gambe gonfie e infezioni), tendo a non somministrare grosse quantità di cereali, scegliendo una dieta più leggera con mangimi che contengano pochi carboidrati, magari un nucleo proteico (se hanno bisogno di incrementare peso e muscolatura) e sempre abbondante fieno di qualità.

I segni clinici della EPD dipendono molto dalla causa della patologia, ma spesso includono arrossamento della regione con un progressivo peggioramento delle condizioni della pelle, croste, ragadi e, nei casi più gravi, edema di tutto il pastorale; le ragadi non curate diventano un’ottima porta d’ingresso per i batteri, responsabili di infezioni che possono coinvolgere tutta la gamba. Nelle forme meno gravi si possono osservare anche solo aree
senza pelo e pelle molto secca con croste, soprattutto posteriormente tra i 2 glomi.
Il fatto che ad occhio possa sembrare una condizione lieve, non significa che non sia fastidiosa e addirittura dolorosa per il cavallo, e non possa peggiorare, soprattutto se le gambe vengono bagnate spesso. Quando cominciate ad osservate un maggior arrossamento della pelle, significa che la situazione si sta aggravando; infatti, arrossamento, essudato e perdita dello stato superficiale di epidermide con formazione di fessurazioni e ragadi stanno ad indicare una dermatite complicata che ha decisamente bisogno di essere curata con attenzione.

Per provare a fare una diagnosi più corretta possibile è importante tenere in considerazione vari fattori:
- Storia clinica del soggetto colpito
- Età del cavallo
- Stagionalità del problema
- Reazione ai trattamenti già prescritti in precedenza
- Valutazione dei prodotti utilizzati in termini di ingredienti, dosaggio, frequenza di somministrazione ed eventuali effetti sistemici dei trattamenti, anche se utilizzati localmente
- Ambiente in cui vive il cavallo (tipo di lettiera, fango nel paddock, ecc…)
In base alla visita clinica e alle risposte a queste domande, il veterinario dovrebbe farsi un’idea iniziale di quale potrebbe essere la causa del problema
e impostare una terapia; questa si può eventualmente aggiustare in un secondo momento, in funzione della risposta clinica.
Tra le cause più comuni di dermatite ai pastorali c’è il linfedema, la vasculite immunomediata e l’irritazione da contatto con agenti irritanti, la più comune e semplice da trattare.
Negli anni ho visto molti cavalli da corsa con solchi nei pastorali che sembravano voragini a causa dell’azione irritante del sale che buttano in inverno sulle piste per evitare che si formi il ghiaccio. Questo è il classico esempio di dermatite da contatto con agenti irritanti. Anche voi vi agitate per la carrozzeria della vostra macchina se passate dove hanno buttato il sale sulla strada, figuratevi come possa nuocere alla pelle sottile di un cavallo. È così anche per le lettiere sporche e sempre umide di urina e i paddock dove il cavallo affonda nel fango h24.
L’urina, molto ricca di ammoniaca, ha un forte potere corrosivo e dunque irritante per la pelle, mentre il fango di per sé non sarebbe il male assoluto, anzi (Il fango, dannoso si, ma non sempre), ma ha il potere di aderire alla pelle e di assorbirne l’umidità rendendola troppo secca oppure, lo stare sempre in ammollo nel fango, per i cavalli che vivono in paddock, alla lunga macera la pelle predisponendola a sviluppare croste, ferite e infezioni.
Tra le cause più comuni di dermatite abbiamo nominato anche il linfedema: caratteristico delle razze più pesanti, è un edema legato all’alterazione della circolazione linfatica locale.

Questo causa un ristagno di liquido nella parte più bassa delle gambe, un conseguente ispessimento della pelle e lo sviluppo di infezioni batteriche. In casi come questo diventa fondamentale mantenere pulita la parte, lavandola con acqua calda e sapone di Marsiglia almeno una volta al giorno e fornire per bocca integrazioni in grado di favorire la circolazione sanguigna periferica ed eliminare con le urine i liquidi in eccesso. Questi cavalli non dovrebbero stare troppe ore fermi nel box, ma devono potersi muovere a sufficienza in modo da favorire la circolazione periferica. Quando sono fermi nel box, magari di notte, ricevono un valido aiuto nell’applicazione delle fasce da riposo.

Un’altra causa di dermatite è la vasculite immunomediata, infiammazione che viene esacerbata dalla luce del sole. Gli immunocomplessi che si formano in presenza della luce ultravioletta danneggiano le pareti vasali di cavalli predisposti, che svilupperanno un importante arrossamento del pastorale, gonfiore, molte croste, e ragadi che sembrano non guarire con nulla.
A livello del pastorale, area normalmente a contatto con sporco e polvere,
è comune ai cavalli di razza più pesante anche la follicolite batterica o fungina, infezione a carico dei follicoli piliferi, che può facilmente espandersi coinvolgendo aree più ampie della gamba.
Ma come bisogna comportarsi nell’affrontare questo problema?
- Come ho già detto, riconoscere la causa primaria può essere di grande aiuto nell’impostare la corretta terapia.
- Quando il tempo è umido e il terreno bagnato sarebbe meglio tenere il cavallo all’asciutto e nel pulito, mediando però con il movimento, che deve obbligatoriamente fare, soprattutto se ha edema alle gambe.
- Tosare la parte, o per lo meno eliminare i peli più lunghi del pastorale con le forbici in modo che sporco e umidità non si fermino causando irritazione.
- Quando si ritira il cavallo, dopo il lavoro o dal paddock, è importante lavare bene i pastorali con acqua calda e sapone neutro (sapone di Marsiglia) e tamponare con un asciugamano per togliere l’acqua in eccesso e velocizzare l’asciugatura.

Nei casi più seri l’uso del phon per asciugare bene le pastoie non è da escludere, sempre che il cavallo non si spaventi. Durante il lavaggio è importante grattare via le croste mature, con il dito o una spugna un po’ abrasiva, in modo da favorire la riepitelizzazione. In molti sbagliano, pensando di far bene, utilizzando saponi antibatterici tipo Betadine®: questi prodotti a base di iodio in genere seccano troppo la pelle e peggiorano la dermatite.
- È importante applicare pomate o unguenti “grassi” che mantengano la pelle morbida e favoriscano la cicatrizzazione delle ragadi e il rinnovo della pelle (tipo Ragadin).
Se il veterinario sospetta un’allegria da contatto bisogna provare ad utilizzare lettiere differenti, finché non si trova quella che sembra non causargli fastidio. Mantenere la lettiera sempre pulita e asciutta è in genere di grande aiuto. - Idem per la fotosensibilizzazione: se c’è questo sospetto bisogna evitare di esporre al sole i pastorali proteggendoli con fasce o “calzini” quando il cavallo lavora all’aperto o sta al paddock.
- Quando le lesioni sembrano infette e il cavallo ha dolore, in genere faccio somministrare un antibiotico o un sulfamidico per via generale. Per la scelta di quello più adatto mi baso sulla gravità delle lesioni. Associo sempre l’antibiotico ad una terapia locale atta a controllare
l’infiammazione e favorire la guarigione delle ferite; uso pomate antibiotiche localmente solo quando ci sono gravissime infezioni del sottocute (flemmoni), ma mi avvalgo anche di un dispositivo medico che, generando ultrasuoni, aumenta molto l’indice di assorbimento della pomata.
Nei casi in cui non c’è infezione, ma permane una seria infiammazione locale con arrossamento e dolore, faccio preparare un unguento a base di cera d’api, per mantenere la pelle morbida, e cortisone.

L’applicazione di queste pomate è molto utile ai fini della guarigione, ma trattandosi di pomate che lasciano la pelle unta, sporco e lettiera si attaccano proprio dove non dovrebbero. Questo mi infastidiva molto. E allora che fare? Personalmente ho ovviato al problema utilizzando dei veri calzini (calze di spugna da uomo tagliate all’altezza del piede), che fatti indossare al cavallo aderiscono perfettamente alla gamba coprendo anche il pastorale, che così rimarrà protetto.

Ovviamente le calze quando si sporcano vanno cambiate con delle altre pulite, ma questo è il minore dei problemi: il costo è minimo e se ne può tenere 2 o 3 di scorta, che a rotazione si lavano con acqua e sapone nell’attesa di riutilizzarle. Le calze trovano indicazione anche per i cavalli fotosensibili, perché coprendo il pastorale potranno tranquillamente uscire anche con il sole senza che la dermatite peggiori. Ovviamente dovete procurarvi dei calzettoni scuri, ma credo sia scontato. Esistono in commercio calze per cavalli, ma mi sembrano inutilmente costose per fare lo stesso servizio dei calzettoni ad uso umano, anche usati e riciclati…
Malgrado le terapie locali diano sicuramente più lavoro, al momento rimangono
il metodo più efficace ed economico per il controllo della dermatite. Questo non toglie che nei casi più gravi si debba intervenire anche con farmaci ad uso sistemico, come antibiotici e antinfiammatori.
Una gestione quotidiana corretta e metodica di un problema serio come questo, qualunque sia la causa primaria, è a mio parere il fattore più importante nel processo di guarigione.
Si tratta infatti di una battaglia quotidiana che può essere vinta solo se si seguono costantemente poche linee guida di fondamentale importanza.
Ed è proprio con metodo e dedizione quotidiana che abbiamo aiutato questo cavallo a guarire dalla sua grave dermatite ai pastorali di cui, non avendo seguito personalmente il caso dall’inizio, non so ancora identificare con sicurezza la causa primaria.
