Nella mia pratica lavorativa posso dire di aver “sbloccato”, negli anni, davvero molti cavalli con un’ostruzione esofagea, condizione clinica acuta che nella maggior parte dei casi richiede l’intervento tempestivo di un veterinario, che per almeno una buona mezz’ora si dovrà mettere il cappello da idraulico. La mia sensazione è che, negli ultimi anni ci sia stato un notevole incremento di casi; questo probabilmente è dovuto all’alimentazione, che spesso si avvicina più alle esigenze di chi gestisce i cavalli che a quelle dei cavalli stessi. Mangimi fatti di solo pellet, magari con poco fieno distribuito 3 volte al giorno o, in alcuni casi addirittura solo 2, portano il cavallo ad avere più fame e a mangiare con più voracità, senza masticare ed imbibire abbastanza di saliva l’alimento, che tenderà a fermarsi lungo l’esofago e ad accumularsi in boli duri, difficili da far progredire. Questo discorso vale soprattutto per i cavalli più giovani, perché per i cavalli più anziani il discorso può essere più complesso. Con l’età si ha, infatti, una complessiva degenerazione del sistema nervoso autonomo, e anche dell’innervazione che controlla la contrattilità della muscolatura liscia dell’esofago, con un conseguente deficit dell’avanzamento del cibo inghiottito verso lo stomaco, soprattutto se duro e non abbastanza masticato.



Un’altra causa, che purtroppo dipende in tutto e per tutto dall’uomo, è la somministrazione, spesso accidentale, delle polpe esauste di barbabietola secche o non bagnate a sufficienza. I sottoprodotti della lavorazione delle barbabietole come le polpe, confezionate apposta per i cavalli, sono un’ottima fonte di fibra, sana e poco costosa, di cui sarebbe un peccato fare a meno. È però fondamentale seguire alla lettera le indicazioni delle case produttrici sul metodo di somministrazione, ed evitare assolutamente di lasciare i sacchi in posti dove un cavallo, che magari scappa da suo paddock o apre il box, possa avere accesso. Se ingerite asciutte, una volta che trovano l’umidità della saliva, si gonfiano a dismisura creando un vero tappo che, per esperienza, vi assicuro è davvero difficile da sbloccare.
Per questa ragione consiglio sempre le polpe di barbabietole di ditte che le confezionano in pastoni prefatti, assieme ad altri ingredienti fibrosi. Questi pastoni sono ottimi perché forniscono fibra insieme un’importante idratazione, dato che vanno sempre diluiti con abbondante acqua, e dopo pochi minuti possono essere già somministrati al cavallo, senza aspettare le ore che spesso servono alle polpe di barbabietola date tal quali.
Anche questi pastoni sono naturalmente da tenere ben lontani da ipotetici cavalli in fuga, magari affamati.
Anche le mele ingerite intere o pezzi di carota troppo grossi possono essere un problema… buonissimi, ma potenzialmente pericolosi, soprattutto per i cavalli più vecchiotti, che fanno fatica a masticarlo prima di inghiottirli. Tagliatele sempre in pezzi, mi raccomando.
Ma come ci si accorge quando un cavallo ha una ostruzione esofagea?
Questa è una patologia acuta molto facilmente riconoscibile, anche se i cavalli possono avere, a seconda della loro indole e del loro modo di reagire alla paura, reazioni più o meno nervose.
I sintomi comuni a tutti sono in genere uno scolo verdastro e abbastanza profuso dal naso, inappetenza e tosse. L’esofago, nel tentativo di liberarsi, continua a contrarsi e questo si può percepire anche solo osservandolo dall’esterno sul lato sinistro del collo, poi c’è chi è nervoso e raspa e chi invece è apatico, stando imbambolato a fissare un punto, mentre gli esce il materiale dal naso. Questi cavalli hanno spesso un respiro accelerato e l’intestino un po’ fermo, ma non bisogna confondere questa sintomatologia con una colica.
L’ostruzione esofagea è da considerarsi un’emergenza, per cui bisogna contattare il veterinario il prima possibile; nell’attesa che arrivi si può somministrare del Buscopan®, così da ridurre la tensione muscolare a

livello dell’esofago che, appunto, è fatto da muscolatura liscia.
È vero che il cavallo non è in pericolo di vita, ma se passa troppo tempo prima che il veterinario intervenga, la sommatoria delle ripercussioni sugli altri apparati può trascinarsi giù come una valanga, che via via che scende si arricchisce di materiale.
Ad esempio, questi cavalli che, inevitabilmente, continuano a salivare nel tentativo di liberarsi l’esofago, rischiano di broncoinalare saliva assieme a particelle di cibo e questo li predispone a sviluppare brutte polmoniti ab ingestis (infezioni polmonari dovute all’inalazione di batteri presenti nel cibo). Oppure, un intestino che rimane rallentato per troppe ore, predispone il cavallo a sviluppare davvero una colica.


Il lavoro del veterinario sarà proprio di sbloccare l’esofago rimuovendo il materiale in eccesso, proprio come farebbe un idraulico, utilizzando una sonda e dell’acqua calda. La sonda non può essere piccola, perché il materiale che viene recuperato dal naso è molto denso e piuttosto “grezzo”, e dunque fa fatica a passare da un diametro troppo piccolo. Quando il veterinario fa inghiottire la sonda al cavallo si renderà subito conto dove si trova il blocco; può essere alto nel primissimo tratto di esofago, quasi nello stomaco o in altri punti lungo il tragitto. Non c’è una regola…
Una volta sciolto il blocco con molta pazienza, normalmente il cavallo riprende subito a stare meglio. La somministrazione di un antinfiammatorio e di fieno ben bagnato per qualche giorno, favoriscono in genere la ripresa completa del cavallo.
Nei casi fossero passate già molte ore prima dell’intervento del veterinario, o ci sia il dubbio che il cavallo possa aver broncoaspirato durante la procedura veterinaria, è sempre bene somministrare una
copertura antibiotica e tenere monitorata la temperatura tutti i giorni, così da accorgersi preventivamente di un’eventuale polmonite.
L’ostruzione esofagea è un problema acuto, di per sé non pericoloso se risolto velocemente e con le giuste accortezze ma, se vi dovessero capitare più casi nella stessa scuderia, fatevi delle domande. Considerate il tipo di mangime che stanno mangiando i cavalli e anche il fieno, che se troppo fibroso può essere complicato da masticare.
Come ben sappiamo, non possiamo prevenire tutti i problemi e le patologia che possono interessare i nostri cavalli, ma sapere quello che di brutto può capitare, ci aiuta a fare tutto il possibile per prevenirlo.