Recentemente ho scritto un articolo sulla dermatite estiva, cercando di spiegare il motivo per cui alcuni cavalli, durante la stagione più calda, si grattano continuamente la coda, la criniera e non solo, vivendo una condizione di disagio continuo, proprio a causa del prurito.
Dopo aver scritto quell’articolo ed aver ricevuto moltissimi messaggi e domande al riguardo, mi sono resa conto però, di quanto fosse importante parlare anche delle altre possibili cause di prurito, soprattutto alla coda, che possono presentarsi in tutte le stagioni e che sono sempre motivo di gran fastidio per il cavallo, e anche per il suo cavaliere, costretto spesso a convivere con un cavallo in ottime condizioni fisiche, ma con la coda spesso arruffata e spezzata alla base.
Al di là della dermatite estiva, problema molto serio ma comunque stagionale, ci sono infatti anche altre ragioni per cui un cavallo può grattarsi la coda su tutte le superfici disponibili (muri, recinzioni, mangiatoie, beverine e quant’altro), spezzandosela irrimediabilmente fino, nei casi più gravi, arrivare addirittura ad autotraumatizzarsi così seriamente da richiedere anche terapie antibiotiche per guarire.
Quando si deve affrontare un problema di questo genere, benché nella maggior parte dei casi non si tratti di una patologia grave, bisogna avere ben chiaro che il continuo grattarsi dimostra un certo disagio da parte del

cavallo, e quindi capirne la causa è comunque importante se lo si vuole aiutare a sentirsi meglio.
Prima di ipotizzare una possibile causa bisognerebbe rispondere a qualche domanda:
- È la prima volta che si gratta o lo fa in modo ricorrente?
- Lo fa sempre o solo in particolari periodi dell’anno?
- Dopo aver somministrato il vermifugo, il cavallo si gratta meno?
- Dove vive il cavallo ci sono particolari insetti o parassiti che possono causare massive infestazioni ai cavalli?

Già rispondendo a queste quattro semplici domande, si possono scartare alcune delle possibili cause, come ad esempio la dermatite estiva, patologia causata dai moscerini e quindi caratteristica dei periodi più umidi e caldi. Il buon senso, insieme ad uno sforzo analitico sulle possibili cause, possono aiutarci seriamente in casi come questi.
In relazione al prurito alla coda, si parla molto spesso di parassiti perché in effetti un loro coinvolgimento ci può essere, almeno in parte.
I diretti interessati sono in realtà solo gli ossiuridi, parassiti intestinali della famiglia dei nematodi, che hanno proprio la caratteristica di irritare l’area dell’ano e causare prurito.
Gli ossiuridi, un po’ come avviene per i bambini, tendono a prendere il sopravvento nei soggetti più immunodepressi quindi, appunto, puledri in genere sotto i 2 anni di età, o anche adulti con infestazioni parassitarie importanti, un indebolimento dovuto all’età avanzata, periodi di convalescenza o di particolare stress.
Gli ossiuridi che, quando eliminati in forma adulta con le feci, in certi casi sono addirittura visibili ad occhio nudo, hanno la caratteristica di migrare attraverso l’intestino per depositare le loro uova proprio attorno all’ano, creando anche un appiccicoso biofilm in grado di far rimanere le uova lì dove sono state depositate.
Le uova, dopo 3-5 giorni, tendono a lasciare il retto per essere liberate nell’ambiente, soprattutto nelle zone dove il cavallo si gratta il sedere, così da poter infestare altri cavalli che vivono nello stesso ambiente, che accidentalmente le ingeriscono.

Grattandosi contro le superfici, il cavallo libera le uova dei parassiti nell'ambiente
Si sarebbe portati a pensare che con un esame delle feci sia possibile diagnosticare la presenza di questi parassiti, ma purtroppo non è così facile perché la presenza o no di uova nelle feci dipende dalla fase del ciclo del parassita in cui le feci, appunto, vengono raccolte. Ci sono fasi in cui il cavallo si gratta tantissimo la coda a causa di un’elevata presenza di uova attorno all’ano, ma nelle feci non si trova nulla. In ogni caso il veterinario può eseguire uno scotch test proprio nell’area attorno all’ano, così da identificare le uova con il microscopio e pianificare un piano di sverminazione adeguato.
Per piano di sverminazione non si intende un unica somministrazione di vermifugo, che può non bastare, ma più dosi fatte a distanza di pochi giorni una dall’altra di un prodotto efficace su questi parassiti, in genere a base di Ivermectina, Pyrantel o Febendazolo.
Per esperienza personale devo dire che associare anche lavaggi alla coda almeno un paio di volte a distanza di pochi giorni, con uno shampoo antiparassitario (in genere si trovano in commercio per i cani ma va bene lo stesso), è di supporto alla terapia antielmintica perché favorisce l’eliminazione dei parassiti e la conseguente ricrescita dei crini.
Un altra ragione per cui i cavalli possono avere un gran fastidio attorno all’ano sono le zecche.

In Italia ci sono regioni in cui è normale trovare le zecche attaccate sui cavalli, soprattutto attorno all’ano e sul perineo, mentre in altre sono una rarità. Peraltro, una certa importanza ce l’ha anche l’ambiente in cui i cavalli vivono e l’eventuale presenza di altre specie animali, che possono essere più facilmente infestate, come capre e pecore. L’infestazione da zecche è sicuramente una possibile causa di prurito da indagare sempre, ma certamente in Toscana la probabilità che le zecche siano responsabili dell’infiammazione e del prurito è decisamente più concreta che in Lombardia. La singola zecca è comune anche nel nord Italia ma un infestazione tale da causare prurito intorno all’ano in alcune regioni è più facile, soprattutto in cavalli che vivono al paddock.


Quindi valutate bene dove vi trovate e considerate anche questa possibile causa. In aree fortemente infestate da zecche, in genere dove anche pascolano pecore e capre, una gestione attenta dei prati, che andrebbero tagliati regolarmente per mantenerli non troppo alti e, per quanto possibile, puliti regolarmente dalle feci, insieme ad avere scuderie pulite, possono aiutare a controllare l’infestazione di questi parassiti, responsabili anche di malattie del sangue ben più gravi del semplice prurito alla coda, come la piroplasmosi.
Alle femmine capita spesso di avvertire l’esigenza di grattarsi la coda durante il calore. Questo è un atteggiamento legato probabilmente al disagio che molte cavalle provano a livello delle ovaie in alcuni giorni del ciclo, anche se in alcuni casi il malessere è solamente psicologico e loro tendono a manifestarlo in questo modo. Anche il semplice disagio psicologico andrebbe infatti sempre indagato in quei cavalli che non sembrano avere nessuno dei problemi di cui abbiamo parlato;
come abbiamo visto in altre occasioni, i cavalli manifestano lo stress in molti modi che necessitano sempre di una giusta interpretazione. Cavalli che vivono costantemente in box e non hanno mai accesso al paddock, che mangiano male e si annoiano possono sviluppare seri problemi comportamentali, tra cui possiamo inserire, oltre a rosicchiare il box e i vari vizi comportamentali, anche il continuo grattarsi fino a farsi del male da soli.
Il segreto, in questi cavalli è quello di lavare la coda non troppo spesso con uno shampoo neutro o addirittura del sapone di Marsiglia, che non secchi ulteriormente la pelle, risciacquarlo sempre molto bene e applicare olii o pomate che idratino la pelle il più possibile.
Ci sono inoltre cavalli che hanno la pelle molto secca che tende a sfaldarsi soprattutto in regioni particolari come la base della coda. In questi casi molti cavalieri hanno la tendenza, nel tentativo di alleviare il

fastidio all’animale di eliminare la pelle morta, di lavare la zona di frequente con shampoo non adatti, esacerbando il problema ancor di più.
Aggiungere alla dieta oli ricchi di acidi grassi Omega 3 o semi di lino estrusi sembra inoltre aiutare molto in questi casi.
Come abbiamo visto, sono diverse le ragioni per cui il tuo cavallo potrebbe sfregarsi di frequente la coda su tutte le superfici a sua disposizione, fino addirittura a rovinarsela. Le varie cause a volte arrivano anche a sommarsi tra loro, ma riuscire a trovare la causa principale può consentirci di intervenire in maniera mirata per ridurre quella condizione di disagio che il prurito causa all’animale.

Come abbiamo visto, ci sono cause più facilmente diagnosticabili e altre più subdole in cui non c’è del vero e proprio prurito, ma il grattarsi continuamente la coda sembra essere per il cavallo l’unico modo per manifestare un problema psicologico ben più serio.
Arrivare a capire la causa principale potrebbe richiedere un certo sforzo investigativo da parte vostra e del vostro veterinario ma, in molti casi, questo è l’unico modo per creare un valido piano d’azione che vi aiuti a risolvere il problema in poco tempo e permettere ai crini di ricrescere per far tornare la coda, e a volte anche la criniera, ad essere bella piena e fluente.