Che fare di un cavallo ormai vecchio? Per molti è una domanda banale, ma in realtà ha risvolti per nulla scontati. Ci sono cavalieri che si avvicinano all’equitazione per stare a contatto con i cavalli e cavalieri che, invece, lo fanno perché amano la competizione e in fondo l’equitazione è un bellissimo sport. E poi c’è una terza categoria di persone, che stanno a metà tra le altre due: persone che amano molto il loro cavallo e che vedono lo sport fatto con lui come un importante momento di condivisione.
Nessuno va giudicato più o meno duramente, ma rimane il fatto che ogni cavallo può trasmettere tantissimo al proprio “umano” e che viverli solo per fare sport è un vero peccato. Cambiare cavallo spesso, per salire di categoria, secondo me mette i cavalieri nelle condizioni psicologiche di non aprirsi completamente con il loro animale e alla fine di goderselo a metà. Perché un cavallo non è solo il mezzo, ma un essere pensante con cui amiamo condividere lo sport, altrimenti tanto vale andare in moto.

Le microlesioni a tendini e legamenti sono fisiologiche, il sistema immunitario si attiva e le ripara costantemente, ma alla lunga l’accumulo di “riparazioni” rende le strutture inevitabilmente più deboli. Per non parlare delle articolazioni e della cartilagine che riveste i capi ossei che le compongono: come per noi umani, con l’età si usura anche la cartilagine e, venendo a mancare una protezione dall’attrito delle ossa che sfregano, le articolazioni iniziano a dolere rendendo il cavallo più restio a muoversi.
Per non parlare delle femmine che, raggiunta l’età pensionabile dalle competizioni vengono spesso messe in razza. Magari a 17, 18 o 19 anni. Tutto si può fare, ma è sempre bene ricordarsi che anche gli organi interni subiscono un processo di invecchiamento e l’utero è certamente tra questi.
Fattrici anziane ce ne sono, ma fare i conti con la realtà può essere importante: la cavalla è magari bellissima, ma il suo utero può non esserlo altrettanto e dunque ingravidarla non sarà una passeggiata e richiederà pazienza e sforzi maggiori da parte del veterinario.
Quindi, quando si decide di fermare un cavallo, le scelte su come fargli affrontare i suoi anni futuri possono non essere semplici.
Vaccinazioni, farmaci ed integratori hanno allungato molto le prospettive di vita dei nostri cavalli, che oggi arrivano anche ad avere 30 anni o più, obbiettivo che fino a qualche anno fa pareva impossibile.


L’età pensionabile, che varia molto in funzione della disciplina che l’animale ha fatto nella sua vita, potrebbe essere dai 17-18 anni in su per i cavalli da sella e molto più bassa per i cavalli da corsa e quindi il tempo che rimane ad un cavallo per finire la sua vita rischia di essere molto lungo. Si può declassare il cavallo per qualche anno, facendogli fare solo quello che il suo fisico può sopportare, e poi scegliere di mandarlo in pensione in posti attrezzati e adatti per accogliere i cavalli anziani. Oppure si può scegliere di farlo subito, non aspettare per fargli fare la meritata pensione, senza che debba magari patire ancora lunghe giornate chiuso nel box, che per i cavalli anziani equivale ad ucciderli. Hanno infatti bisogno di muoversi costantemente, altrimenti le articolazioni soffrono e faranno sempre più fatica a mettersi in movimento. I vecchietti umani non stanno a letto tutto il giorno o, almeno, se ci stanno certo non gli fa bene.

Le necessità principali di un cavallo anziano, per me non sono quelle di essere lasciato al prato giorno e notte, ma di trovare una giusta via di mezzo tra movimento al paddock e ore di riposo nel box, dove possa sentirsi al sicuro e mangiare la sua razione di fieno e mangime senza stressarsi per difenderla dagli altri cavalli.
Per un cavallo che è stato scuderizzato per quasi tutta la sua vita, infatti, essere lasciato al paddock giorno e notte con, magari, altri cavalli che conosce poco non è un piacere, ma una situazione stressante a cui
sicuramente si adatta, perché i cavalli sono gli animali più resilienti che ci sono, ma che nella realtà non gli allunga certamente la vita.
Voi penserete che il ricorso al paddock h24 sia una necessità legata alle spese da affrontare, soprattutto per chi ha acquistato un nuovo cavallo da montare e, naturalmente, lo deve mantenere. O che darlo via può essere un’altra esigenza sempre legata a questioni economiche. Ma quando pensate di “liberarvene” dovete anche considerare a cosa rischia di andare incontro il vostro cavallo, soprattutto se non è più solido fisicamente come quando era più giovane. Il rischio è che finisca a fare il cavallo della scuola, con ragazzini principianti che gli saltellano quotidianamente sulla schiena, o che venga abbandonato in un box per giorni e giorni o in paddock piccoli con il fango fino alle ginocchia. Queste sono realtà che purtroppo esistono e a farne le spese sono sempre loro, i cavalli.
Certo che tenere un cavallo anziano bene ha un costo più alto che dimenticarselo al paddock, ma ci sono posti dove questi cavalli vengono tenuti con molto riguardo, in gruppi organizzati bene e con il giusto riparo. Magari non sono dietro casa, ma ci sono, basta cercarli.
I cavalli che finiscono la loro carriera sportiva, hanno bisogno di attenzioni e dargliele, oltre ad essere doveroso, si può fare anche stando attenti alle spese.
Viviamo in un momento storico in cui mantenere un cavallo ha costi proibitivi e capisco che anche loro debbano fare dei sacrifici, ma con un po’ di attenzione e di volontà si può comunque garantirgli una pensione di qualità.
